Il pino marittimo del Rione di Porta Ravegnana richiama fin dal principio il collegamento del Nero con l’importante scalo commerciale sulle coste dell’Adriatico, situato a nord della città. Sempre nella parte settentrionale del contado si trovava anche il castello di Granarolo, fatto costruire nel 1317 da Francesco Manfredi per meglio presidiare la campagna fra Cotignola e Russi, che vede il proprio castellano e le proprie insegne presenti fra le fila del Rione Nero.
Il Rione Nero ha la sua sede in Via della Croce, strada che prende il nome dalla “Confraternita della Croce” (compagnia religiosa, con la sua Chiesa di fine 400 che sorse con scopi devozionali e assistenziali ai condannati a morte per eresia) che aveva sede di fianco alla attuale Chiesa di San Francesco.
La sede è ubicata all’interno di un’area cortilizia dove si effettuano tutte le attività rionali (preparazione degli alfieri bandieranti e musici che accompagnano la sfilata il giorno della corsa del Palio del Niballo) nonché quelle culturali e ricreative collaterali che impegnano persone di ogni età. Nella sede vengono gelosamente custoditi i drappi di raso rosso testimoni delle vittorie conseguite nella corsa del Palio, e a testimonianza di vittorie vi sono pure le torri dorate e le torri argentate, quest’ultime destinate ai vincitori della gara degli sbandieratori nella disciplina della coppia tradizionale.
La sede accoglie al piano superiore un piccolo museo dove si conservano i ricchi costumi da sfilata indossati durante le sfilate, comprese le insegne dei casati rionali Quarantini e Cittadini: il Casato dei Quarantini, aveva in origine un diverso cognome, quello dei Mazzi, nel cui stemma figurano tre mazze legate da un nastro. L’antica famiglia nobile faentina dei Cittadini, invece, è rappresentato dalla figura di Girolamo Cittadini e fu sempre vicina alla Signoria Manfreda.
All’interno della sede sono esposti i pannelli ceramici a ricordo dei palii vinti dai cavalieri, eseguiti dai migliori maestri d’arte della ceramica faentina.